RIFORMA RAI AZIONARIATO DIFFUSO FRA GLI UTENTI
Caro Presidente Prodi,
per parlare di RAI, visto che si sta pensando alla privatizzazione, perché non proponi che gli acquirenti siano un azionariato diffuso, ed in particolar modo fra tutti gli utenti che pagano il canone RAI, con azioni legate all'anzianità di pagamento del canone.
Sarebbe un principio giustissimo e democraticissimo.
D'altra parte sono i cittadini che hanno fatto grande la RAI, che fra l'altro non ha mai avuto contributi dallo stato.
In questo modo si eviterebbe il passaggio in mano a gruppi di potere, e si garantirebbe il fine istituzionale di asse portante della cultura, dell'innovazione, e si potrebbe imprimere anche un indirizzo spinto alla formazione.
In pratica, con il prossimo canone, chi volesse diventare azionista, dovrebbe pagare una quota (comunque volontaria ,anche per quote da sottoscrivere ) aggiuntiva di:
I titolari di azioni avrebbero diritto ad eleggere il consiglio di amministrazione ed il presidente, con assemblee da tenersi ogni 5 anni, con voto da esprimersi anche in maniera telematica.
I titolari di azioni avrebbero diritto agli utili di impresa, da determinare in ragione degli stessi, detratto il 50 % in investimento.
Le quote possono essere passate in eredità ai familiari, ma non possono essere vendute a terzi o società.
Lo stesso sistema si potrebbe impostare per le aziende pubbliche, ed in special modo per la sanità e la ricerca, visto che sono state sovvenzionate dello stato, si potrebbe distribuire le azioni ad un'azionariato diffuso fra i cittadini, legandolo agli anni di contribuzione alle tasse ( tramite 740 o modello 101, o altro simile), indipendentemente dagli importi pagati, con il pagamento di una quota da definire in base alle adesioni raccolte, come sopra per scaglioni di anni.
Ti saluto caramente
Per. Ind. Giacomo Dalessandro